Descrizione
Produttore: Antica Acetaia Cavedoni
Regione: Emilia Romagna
Aceto tradizionale di Modena DOP
Le uve pregiate che coltiviamo sono il lambrusco grasparossa di castelvetro, il trebbiano nostrano e il trebbiano di spagna; tutte uve autoctone ideali per la produzione di Aceto Balsamico tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP.
Terreno e vigneto di proprietà, cure e costanti attenzioni, pigiatura e bollitura del nostro mosto, esperienza e tradizione da oltre 150 anni, 7 generazioni che si tramandano di padre in figlio pazienza, attesa, e nobili tecniche nella produzione del balsamico piu’ famoso al mondo, rendono unica e imparagonabile la famiglia Cavedoni in quest’ambito.
Si può abbinare a qualsiasi tipo di pietanza come: verdure fresche o cotte, frittate, riso, alcuni tipi di
pasta, carne, patate bollite o arrosto, formaggi.
Le foto della vendemmia 2016 in esclusiva!!
Aceto tradizionale di Modena dop in pillole.
È famoso ed apprezzato in tutto il mondo. Ha ottenuto la protezione DOC nel 1986 (L.93 del 03/04/86). È stato riconosciuto DOP dalla Comunità Europea il 17/04/2000. L ’Ente di Certificazione e la Commissione di Assaggiatori esperti certificano i due livelli qualitativi disponibili:
– Affinato, di invecchiamento minimo di 12 anni*
– Extravecchio, invecchiamento minimo di 25 anni* (capsula oro).
Le differenze fra Aceto DOP e Aceto IGP
Ebbene sì, c’è aceto e aceto. Se parliamo di quello di Modena, da una parte abbiamo l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP (Denominazione di Origine Protetta), il più pregiato, fatto solo con il mosto cotto d’uva, secondo un severo disciplinare di produzione, e invecchiato per anni.
Dall’altra, l’Aceto Balsamico di Modena IGP (Indicazione Geografica Protetta), realizzato con mosto e aceto di vino e lasciato a maturare solo due mesi.
Ma quali sono tutte le differenze fra questi due aceti? Scopriamole insieme.
Procedimento
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP lo si ottiene, non lo si produce. La cottura del mosto è il primo passo di un lungo processo di trasformazione; avviene a fuoco diretto, a una temperatura di 30°C e riduce a circa due terzi la massa del mosto. In questo modo, il mosto perde la sua naturale tendenza a trasformarsi in vino. Terminata la cottura, si passa all’invecchiamento nei barili di legno, mai inferiore ai 12 anni.
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